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ALESSANDRIA, CARNET DI VIAGGIO

Dal 15 al 23 Novembre 2005

E’ sempre una piacevole emozione ritornare ad Alessandria (la mia ultima breve visita risale al 1997) e quando il mio amico d’infanzia , Gilberto Civardi, mi telefona da Trieste per propormi una visita di 9 giorni nella nostra città natia, assieme ad altri due amici, Barbara Repinc e Luciano Bajec, non posso rifiutare, e così il 15 Novembre ci incontriamo all’aeroporto di Roma Fiumicino e dopo poche ore di volo arriviamo al Cairo, dove, puntuale ci aspetta Ahmed con il suo taxi, una comoda limousine per portarci ad Alessandria. La strada del deserto è molto trafficata, perciò dopo due ore di viaggio, ci fermiamo al Rest House per una breve sosta e notiamo un chiosco con tanta bella frutta e facciamo subito provvista di datteri, banane (abou nokta) e gawafe. Alle 19.30 arriviamo al Pelizaus Heim, dove ci accolgono la Direttrice Suor Lucia (libanese) , il Signor Prospero e Suor Batula e dopo una frugale cena, prima passeggiata nei dintorni di Via Sultan Hussein e alla Corniche per un saluto al nostro mare.

Al Cap D'Or

da s > d : Gilberto, Luciano, Barbara e Amalia

Al mattino veniamo svegliati dal canto del muezzin ed eccoci subito immersi nell’atmosfera della nostra Alessandria. Veloce colazione ed in una bella giornata, via a piedi verso la nuova Bibliotheca che ci appare in lontananza, lungo la Corniche, circondata dalle moderne costruzioni della città. Questo bell'edificio che si presenta come un disco di cristallo con il piano inclinato verso il mare e le mura che riportano incisioni raffiguranti gli alfabeti di tutto il mondo, ci lascia meravigliati. Ai piedi, un laghetto che, con una particolare tecnica per il riciclaggio dell’acqua, consente non solo di lavare i vetri, ma anche di farvi confluire la pioggia. Sul lato destro, il Planetario (una sfera di vetro ed acciaio che sembra emergere dall’acqua, diretta verso il cielo).

Nel Centro Congressi, adiacente alla Bibliotheca, ci attende una cara amica, Chewikar Abdel Aziz, che ci accompagna in una sala dove ascoltiamo una parte della conferenza sulla storia di Mohamed Ali, il fondatore dell’Egitto moderno. Un ricco programma di quattro giorni con diversi importanti oratori. Nell’intervallo, ci vengono presentate diverse personalità. Tra le quali Dr. Moustafa El Abbadi, scrittore ed uno dei promotori per la costruzione della Bibliotheca. Dr. Ahmed Youssef, giornalista, Dr. Mohamed (Mimi) Awad, Direttore del Centro Alex.-Med, il console greco il Sig. Haris Lalacos e signora, Dr. Nadeya Aref ( insegnante di francese) e Habib Tawa (l’appartenenza all’AAHA ci ha regalato molte simpatie e complimenti).

Nel pomeriggio, prendiamo il tram fino a Campo Cesare per ritrovare, in Rue Sirène, la mia casa che sta crollando, in quanto, su una villetta, hanno costruito altri due piani. In quello che era il nostro giardino, c’è un immobile di 5 piani. Tristezza e nostalgia.

Costeggiando il Lycée Français, arriviamo all’Institution St. Jeanne Antide (Besonçon) a Chatby, dove ci accoglie Soeur Madeleine, ben felice di farmi visitare la scuola della mia infanzia. Non è molto cambiata la bella costruzione dove andavo a studiare con molta gioia, prima di continuare gli studi alla Scuola Maria Ausiliatrice, dove mio padre volle che imparassi l’italiano, perché a casa parlavo solo il francese.

Uno sguardo al Collegio Saint Marc, che risveglia tanti ricordi di giovinetta con i primi batticuori per i bei ragazzi che la frequentavano e poi alla Bibliotheca Alexandrina per una visita guidata, che ci lascia incantati dalla grandiosità delle sue sale di lettura, dalla tecnologia all’avanguardia e dal sistema organizzativo. Bello il piccolo Museo, con i reperti archeologici recentemente recuperati da Jean Luc Empereur al largo del Forte di Qaitbey e Aboukir. I due bei mosaici del II° secolo d.c.,  che raffigurano uno la medusa e l’altro il cane, sono di una rimarcabile finezza. Ringraziamo e salutiamo Chewikar con l’augurio di rivederci presto, inshalla.  

Prima di rientrare per la cena, ci fermiamo a bere un bel bicchiere fresco di assir assab (succo di canna da zucchero) che poi diventerà un’abitudine pomeridiana, alternata da succo di gawafa, tamarindo, melograno ecc., e panini di foul e falafel (ya salaam!).

Il nostro terzo giorno ci accoglie con una temperatura di 22 gradi e ci incamminiamo verso il quartiere greco, dove le strade ed i marciapiedi sono ancora in buono stato. Le belle ville e gli immobili in stile decò, liberty e neoclassico, che poi incontreremo anche in altre parti della città, mi riportano alla mente nomi: Tawil, Aghion, Filus, Menache, Adda  ecc. e gli architetti italiani Loria e Lasciac. Molte ville sono ora occupate da istituzioni governative.

Dopo una breve visita alla Suola Maria Ausiliatrice, ci fermiamo alla pasticceria Manna per comprare i “mille feuilles” che degusteremo seduti al sole nel bel giardino di Shallalat, vicino al laghetto con la cascata e le papere. Qui ci capita un piacevole aneddoto che vale la pena raccontare: arriva un gruppetto di giovani ragazzi in divisa scolastica con un maestro piuttosto severo che li invita a sedersi e fare colazione. Noto dalle felpe che indossano la scritta “Collège S. Marc”, mi avvicino e scambio alcune parole con l’insegnante il quale, dopo aver saputo che eravamo nati ed avevamo vissuto in Alessandria e fatteci alcune domande sulla nostra vita di allora, chiama a raccolta i ragazzi dicendo “Rapellez-vous les enfants notre leçon d’hier ? Et bien ces personnes- là, ce sont les anciens habitants de la ville, prenez une photo pour vos cahiers”.  Scoppiamo a ridere guardandoci e constatiamo che siamo già entrati nella storia !

Doverosa la visita al cimitero latino che troviamo ben tenuto, con le aiuole fiorite e la chiesetta ristrutturata. Un omaggio ai nostri defunti e poi Michel Khoury, il guardiano, ci invita per un tè alla menta e ringrazia per le offerte in denaro che riceve regolarmente da parte dall’AAHA.

Veloce ritorno per pranzo e con un taxi “combi” (divertente!) lungo la Corniche, dove notiamo il bel lavoro di rinnovamento, ci fermiamo al “Beau Rivage” a Mandara sulla spiaggia a prendere il sole, prima di proseguire in taxi per Montazah per una passeggiata fino al tramonto e dove incontriamo delle scolaresche in gita provenienti da Damietta che ci circondano, piene di entusiasmo e di sorrisi e “ahlan wa sahlan”, quando sanno che abbiamo vissuto in Alessandria. Nel nostro vagabondare per la città, abbiamo sempre trovato un’accoglienza calorosa ed una spontanea disponibilità in ogni circostanza, che ci hanno fatto sentire a casa.

L’indomani mattina, cambiamo i soldi alla Bank of Alexandria (Euro 1,00 = L.E. 7,65) e dopo una breve visita a casa degli amici Alberto (Berto) e Giovanna Silic in Via Cherif, proseguiamo per la Cattedrale di S. Caterina, fermandoci prima alla macelleria di Franco Monaco per un saluto. Breve sosta nei magazzini Hannaux per shopping e alla Biscomisr in Rue Attarine, negozio di soli biscotti egiziani (buoni), dove Barbara ne fa una cospicua provvista.

Oggi ci riposiamo un poco e a pranzo incontriamo un simpatico signore greco, Toni Kotouzos, anche lui nativo di Alessandria e facente parte della famiglia Gianaclis. Visita spesso il ricovero degli anziani e si occupa di due ricoverati, la signora Cristina Xanthopoulos e l’ex cantante Alki. Cogliamo l’occasione per visitare il Pelizaus Heim che ospita 75 anziani e facciamo un po’ di conversazione con alcuni di loro, tra i quali la signora Elda Sgandurra che ci racconta la sua triste storia e ringrazia per la nostra visita. Gli anziani sono ben assistiti, il cibo è buono e le camere confortevoli e pulite.

Ceniamo presto ed usciamo per una passeggiata in piazza Orabi, con il monumento a Ismail II Magnifico offerto dalla comunità italiana, la bella piazza Mohamed Ali, dove al n° 23 ho lavorato come segretaria alla Mohamed Yacout El Naggar Sons, Shipping Agents (c’è ancora l’insegna) per due anni, terminati nell’Ottobre 1960, data della mia partenza per l’Italia. Il Palazzo della Borsa non esiste più; al posto, un gran parcheggio. Rue Toussoun, dove sorge l’ex Banco di Roma, il più bell'edificio della città, opera dell’architetto Gorra. Rue Fouad (oggi Horreya) con la bella cattedrale greco-ortodossa, i cinema Amir, Metro, Rialto e per finire la giornata dal El Fayoumi alla stazione di Ramleh per una “kounafa” della buona notte.

Il giorno successivo alle 08.40, passiamo alla posta per spedire le cartoline e poi visita al nuovo Museo Nazionale (110 Rue El Horreya) dove trascorriamo la mattinata visitando i quattro piani suddivisi per epoche: faraonica, greco-romana,  copta islamica (interessante).

Dopo pranzo, passeggiata partendo dalla stazione di Ramleh per il Boulevard Saad Zaghloul, facendo tappa all’hotel Cecil, Trianon, Délices (con relative degustazioni) e alla libreria Daar El Maaref. La strada è gremita di gente ed i variopinti colori dei “foulard” che coprono il capo di quasi tutte le donne, danno un tocco allegro a tutta quella confusione. In Rue Debbane n°5, ricordo il mio primo impiego presso l’Agence Internationale de Statistiques e l’emozione del mio primo stipendio.

Luciano suggerisce una sosta al Ristorante "Le Cap d’Or" alla Rue Adib 4 (ex. Ancienne Bourse), l’unica “brasserie” rimasta come “can zamaan” dove davanti a dei “mezzè” ed una fresca bottiglia di birra Stella, ci scambiamo le impressioni ed i ricordi di questi giorni. Prima di rientrare per cena, ci fermiamo da Sofianopoulo al Boulevard Saad Zaghloul e circondati dal profumo della torrefazione, acquistiamo marmellate, tè ed infusi vari.

Al Cap D'Or

Oggi, domenica, è giornata di elezioni per il Parlamento, perciò, dopo la messa delle 08.00 nella chiesetta della struttura che ci ospita, partiamo in taxi per Sidi Abdel Rahman ( 130 km ). Una breve fermata ad El Alamein dove Barbara visita il Mausoleo dei caduti italiani e poi all’hotel El Alamein, dove dopo aver preso possesso delle nostre camere, ci infiliamo il costume da bagno e ci godiamo la bella giornata di sole (27 gradi) tra bagni, passeggiate, fotografie e relax in una spiaggia che ricorda i Caraibi. Sera, cena a lume di candela, circondati da quattro camerieri, essendo noi gli unici ospiti dell’albergo.

Spiaggia di Sidi Abdel Rahman (circa 100 km ad Ovest di Alessandria)

El Alamein, particolare del complesso che ricorda i caduti italiani

L’indomani, in tarda mattinata, ripartiamo per Alessandria in quanto il tempo non è molto buono e Luciano sta male per essersi raffreddato.

Nel pomeriggio, verso Kom el Dik, per visitare il bell'anfiteatro romano del 300 d.c. ed un cortese “shiawish” ci accompagna a visitare la villa romana detta “degli uccelli” per il bel pavimento in mosaico raffigurante, appunto, vari uccelli. Notiamo che gli scavi  condotti da archeologi polacchi, stanno portando alla luce un’intero Foro che, tra qualche anno, diventerà un’importante sito archeologico. A piedi, wahda wahda, dalla piazza della Stazione del Cairo, ci portiamo in Via Nebi Daniel, con una sosta al Centro Culturale Francese, dove visitiamo una mostra fotografica della Collection de la Galerie Lehnert et Landrock “Portraits Orientaux”. Proseguiamo verso il Boulevard Saad Zaghloul con sosta da Délices e Grand Trianon, per acquistare dolci da portare in Italia.

Complesso archeologico di Kom El Dik

Il tempo scorre veloce e siamo già all’ultimo giorno e dobbiamo ancora vedere tanto che, ormai rimandiamo all’anno prossimo, inshalla.

Con un malconcio taxi che non sappiamo come, ci porta al Forte Kait Bey, dove visitiamo la fortezza recentemente ristrutturata e scattiamo le ultime foto dal bastione con vista panoramica del porto Est e della città. Ci concediamo una passeggiata in “arabia  hantour” (carrozzella) per la gioia di Barbara, passando dalla Moschea di Sidi Abou El Abbas El Morsi, Anfouchi e stazione di Ramleh. Prima di rientrare, sostiamo per un drink da Athineos che mi ricorda quando mio padre suonava con la sua orchestra la domenica mattina “matinè”. La grande sala è stata suddivisa in  tre sale per ricevimenti.

Pranzo veloce e visita alle catacombe di Kom el Shougafa, molto interessante. Con un taxi, di corsa a Mazarita (oggi Azarita) e breve sosta all’hotel Delta per il solito dolcetto. Con il tram ad Ibrahmieh, dove desidero fare la passeggiata a piedi che facevo con i miei genitori la domenica mattina per andare a Messa alla Parrocchia del Sacro Cuore. La chiesa è molto ben tenuta ed il parrocco, padre Antoine, ci accompagna a visitare la bella cripta che si trova sotto la chiesa, dove riposano le spoglie dei coniugi Oswald J. Finney (1880-1942) importante industriale del cotone e grande benefattore e della moglie triestina Josefa Sedmak (1892-1983). La cripta merita una visita in quanto finemente decorata con alle pareti un crocifisso in avorio, uno smalto tedesco del III° secolo raffigurante scene di vita di Gesù Cristo, rilievi in marmo di scuola toscana del 16° secolo e sulla parete sopra l’altare di marmo pregiato, un bellissimo mosaico raffigurante Cristo nel deserto.

Ai lati dell’altare, i busti in marmo dei due coniugi. La Fondazione Finney , tutt’ora esistente, si trova a Trieste e si occupa dell’aiuto agli anziani.

E’ già l’imbrunire e con emozione percorro la ex Rue Ambroise Ralli, la Rue de Thébes, dove per caso noto un negozietto con la scritta “sartoria” ed una persona anziana sta china su una vecchia macchina da cucire. Decidiamo ad entrare e con sorpresa, l’anziano sarto italiano, Carmelo Bottaro, ci accoglie con gioia e mi dice di aver conosciuto mio padre ed altri musicisti italiani, Rosati, Malacrino, Marinelli, GrumbergBaby Almanza, ecc.

Giorno di partenza, saluti e baci alle care suore copte che ci hanno ospitato e Karem, il nostro tassista, ci accompagna all’aeroporto del Cairo. Strada facendo, ci fermiamo a Wadi Natroun dove, guidati da un monaco, visitiamo il monastero copto della Beata Vergine.

Giornate piene di emozioni, dove ho ritrovato la “mia” Alessandria, nonostante i cambiamenti, ma accanto al degrado e all’immagine nostalgica e old fashion, si intravede un aspetto moderno e dinamico e sembra che la perla del Mediterraneo, voglia riemergere ancora una volta e affiancare alle proprie pagine di storia, testimonianze più recenti che raccontino di nuovi progetti, di una nuova Alessandria. Auguri e a presto!

 

“Un estratto dai vangeli apocrifi  d’Egitto (secondo gli Ebrei):

Gesù disse:  Che non cessi di cercare colui che cerca, fin quando non avrà trovato e non sarà stupìto di quel che ha trovato; e stupìto raggiungerà il Regno, e una volta raggiunto il Regno, si riposerà”

   

Amalia Romanelli

Roma, Novembre 2005

 

 

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