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PHOTOS D'ALEXANDRIE

I CINEMA DI ALESSANDRIA

A cura di Franco Fabiano

Da piccolo ho sempre amato il cinema ed appena potevo ci andavo con i miei amici ; ora ci vado molto meno, ma l'interesse è rimasto costante e perciò la mia mente vaga spesso nel passato e mi riporta  ad Alessandria, quando ogni lunedì facevamo il giro dei cinema del quartiere per vedere quale sarebbe stata la programmazione della settimana successiva.

Il ricordo più struggente appartiene al Metropolitan di Campo Cesare sulla Corniche, dove con la modica spesa di due piastre e mezza si poteva assistere ad una doppia programmazione con l'aggiunta dell'episodio di un serial. Così ti capitava di vedere, tutti in una volta, Captain America o Flash Gordon nelle loro interminabili avventure, (sempre in procinto di soccombere al cattivo di turno e miracolosamente sopravvivere nella puntata successiva) una frizzante commedia dei Marx Bros, tipo Animal Crackers o A Night in Casablanca seguita magari da un Frankenstein d'annata oppure da The Champion con Kirk Douglas. Nell'intervallo tra il primo e il secondo film eravamo tutti fuori a comperare le "culuria" con la "dòa", un aroma appetitoso e i "leb", che lasciavano le nostre tracce sul pavimento.

Ma anche altri cinema di quartiere tornano in mente con il loro carico di ricordi.

L'Odeon, inaugurato con un film inglese in puro stile thriller, Dual Alibi, con Herbert Lom (che anni dopo sarebbe diventato la vittima preferita dell'Ispettore Clouseau - Peter Sellers- nella serie Pink Panther), era una sala grandissima, anche questa con doppia programmazione, frequentatissima perchè consentiva il recupero dei film perduti in prima visione spendendo molto poco. Qui ci siamo saziati di Ride Vaquero, Lili, The story of three loves ma anche di western a colori con James Stewart quali The Naked Spur e The Man from Laramie.

La Gaieté di Ibrahimieh non era da meno : Roman Holyday, The  world in his arms , Captain Horatio Hornblower, tutti con Gregory Peck, The secret life of Walter Mitty con Danny Kaye, spesso accoppiati con altri titoli di grande richiamo ci divertivano in una sala molto accogliente che aveva anche il vantaggio di trovarsi molto vicino alla nostra gelateria preferita "Panagos" e ad una piccola friggitoria che produceva "chips" a getto continuo.

Altri cinema di quartiere, da me non molto frequentati, perché al di fuori della mia zona, erano lo Sporting, dove ho comunque colto al volo una doppia Rita Hayworth in Gilda e in The lady from Shanghai, ed il Cleopatra, sala dedita anch'essa alla doppia programmazione di film passati.

Un altro piccolissimo cinema sulla Corniche e sullo stile del Metropolitan era l'Eden, poi rinominato Vox. Anche qui i serials, Tiger Woman, i film con Bela Lugosi e molti western in bianco e nero tra cui Texas con Glenn Ford e William Holden hanno deliziato i mangiatori di "lebb" e di pop-corn.

"In città", come si diceva allora, c'erano locali dello stesso tipo ; purtroppo alcuni non avevano una buona reputazione, soprattutto a causa delle precarie condizioni di pulizia e perciò non erano da noi frequentati. Tra questi merita comunque di essere ricordato il Plaza, in fondo alla  Rue Fouad, senza il quale tanti capolavori non li avremmo mai visti. Proprio lì ho imparato a memoria The Killers, innamorandomi sempre più di Ava Gardner ed apprezzando la versatilità di Burt Lancaster, che attraversava i diversi generi di films senza mai sbagliare (Criss Cross, The Crimson Pirate, Vera Cruz restano impressi nella memoria). Sempre in questa sala si potevano ammirare i coloratissimi film ispirati alle leggende delle Mille e una notte come Ali Baba and the forty thieves oppure altri film orientaleggianti con Yvonne de Carlo, con il primo Tony Curtis e Piper Laurie (The prince who was a thief) o The Golden Blade con Rock Hudson nell'improbabile ruolo di Harun El Rachid.

Proprio di fronte al Plaza c'era una piccola saletta, il Fouad, che alternava film di diversa origine e dove abbiamo visto alcuni film italiani del cosiddetto periodo dei telefoni bianchi con un giovanissimo Vittorio de Sica spesso in coppia con Assia Noris (Due dozzine di rose scarlatte, Grandi Magazzini) e l'immancabile Scampolo con Lilia Silvi.

Altro locale, più decentrato era il Rex degno di essere menzionato per l'emozionante visione di un film egiziano di Youssef Chahine, molto apprezzato ancora oggi, Bab El Hadid.

Ma le sale più belle, più ricche e confortevoli, erano tutte al centro, sul percorso che dalla Gare de Ramleh, lungo la rue Safya Zaghloul e la rue Fouad portava fino all'incrocio con la rue Nabi Daniel.

Il primo locale che si incontrava appena scesi dal tram era il Radio una sala moderna dove, tra l'altro, è stato proiettato il primo film in 3D, "Bwana Devil", per la cui visione erano necessarie le lenti polarizzate che, per la verità erano  tutt'altro che comode ed alla lunga producevano una fastidiosa lacrimazione. Ma il Radio merita di essere ricordato per aver presentato un capolavoro della cinematografia francese con Yves Montand,  le salaire de la peur  che  ci faceva scoppiare il cuore con la nitroglicerina. In seguito ci avrebbe dato altre emozioni con Frank Sinatra, The man with the golden arm, alle prese con i problemi della droga.

Più avanti sempre nella stazione dei tram, si incontrava il cinema Ferial che, prima di essere adibito a proiezioni esclusive di produzioni locali, aveva fatto bella mostra con Duel in the sun, un western melodramma a forti tinte e Rebecca di Alfred Hitchcock. Una caratteristica di questa sala era quella di rivestire l'intera facciata dell'edificio con giganteschi pannelli che riproducevano il manifesto del film, spesso opera della ditta "Nicholas et Mahmoud". Mi sono rimasti impressi quelli di alcuni film egiziani del comico Ysmail Yassine e di un film ultra popolare fra la popolazione locale : Hamido, che esibiva un forzuto giovanottone arabo con le mani sui fianchi.

Sulla curva che immetteva su Rue Safya Zaghloul, c'era lo Strand, dove molto prima di proiettare i film di Dean Martin e Jerry Lewis, lo stupendo Rear Window con la coppia James Stewart / Grace Kelly e quelli realizzati col sistema VistaVision (To catch a thief) in concorrenza col formato Cinemascope, era stato usato un sistema simile a quello del Ferial per pubblicizzare Riso Amaro con Silvana Mangano. La prorompente bellezza della mondina campeggiava sul frontale del cinema in un gigantesco pannello in legno che la riproduceva  con i classici calzoncini corti e le calze nere.

Procedendo per la rue Safya subito dopo c'era l'Alhambra, patria degli "sciampisti" che avevano modo di godersi due film a prezzi modici fin dalle nove del mattino, portandosi dietro, all'uscita, un inconfondibile lezzo di acido fenico che rendeva impossibile convincere i genitori di aver passato l'intera mattinata a scuola.

Più avanti sulla destra il Rialto che ci ha fatto conoscere ed amare James Dean, ma ci ha anche rallegrato con le commediole canterine di Doris Day, tipo Tea for Two, che ci ha anche  inchiodati sulla poltrona con thriller del genere Dial M for Murder e ci ha fatto cavalcare con John Wayne alla ricerca di Natalie Wood in The Searchers.

Al termine della strada, sulla sinistra il Metro, la bellissima sala americana con le poltrone di velluto rosso che venne inaugurata con Neptune's Daughter, uno dei tanti film acquatici con Esther Williams e che sfornava immancabilmente i suoi colossals, del genere di Quo Vadis o di King Solomon Mines, ma anche i più bei musicals di tutti i tempi come An American in Paris, Seven brides for seven brohers, Band Wagon ed altri. Ma è stato prorio in questa sala che è scoppiata la febbre del Rock and Roll. Chi si è dimenticato di Blackboard Jungle e del dirompente Rock around the clock eseguito da Bill Haley and his Comets ?... e chi non ricorda i pugni di Paul Newman in Somebody up there likes me ?

Eccoci ora nella Avenue Fouad davanti al cinema Amir inaugurato con All about Eve, splendida performance di Bette Davis e Anne Baxter. Questo bellissimo locale, destinato a rimanere nella memoria per aver proiettato il primofilm in Cinemascope The Robe (questa volta la frase di lancio del film, per evitare la confusione con i film in 3D, diceva chiaramente: You see it without glasses!), rimane nella memoria per la proiezione di films come Viva Zapata e Niagara, il cui poster accuratamente ritagliato ed incollato sul grande specchio nell'atrio mostrava una Marilyn Monroe languidamente distesa sulle cascate pronta ad accoglierci.

Nel piano sotterraneo di questa sala l'Amirette, un grazioso ritrovo per i giovani , assisteva  alle prime impacciate dichiarazioni d'amore.

Subito dopo l'Amir, ecco il cinema Rio, che per lungo tempo ha proiettato film in lingua italiana, mettendo in evidenza le grazie mediterranee di Gina Lollobrigida e di Sophia Loren ma anche le esilaranti gag del comico Totò, universalmente apprezzato. Memorabili anche la splendida Kim Novak che danzava con noi e con William Holden al ritmo di Moonglow in un indimenticabile Picnic e la nostra coetanea Marina Vlady che rappresentava il malessere giovanile in Avant le déluge di A. Cayatte.

Ma il Rio si ricorda anche per il suo Roof Garden, la terrazza all'aperto dove si alternavano film di generi diversi dal noir con Humhrey Bogart all'avventuroso con il principe indiano Sabu.

Ancora più avanti, in una traversa, il Royal a cui si devono le sette settimane di programmazione di Samson and Delilah di Cecil B. De Mille, la serie di piccoli film di fantascienza tipici degli anni cinquanta, quali Creature from the Black lagoon e This island,earth, ma anche il lancio di Marlon Brando, The Wild one e On the waterfront, e film oggi oggetto di culto quali From here to eternity, Johnny Guitar ed i melodrammi di Douglas Sirk come Written on the wind.

Annesso al cinema, un altro locale per romanticherie giovanili, La Cafeteria, ci accoglieva spesso prima o dopo lo spettacolo.

In posizione quasi adiacente c'era il cinema teatro Mohammed Aly, dove si alternavano pregevoli compagnie che presentavano opere liriche di grande attrattiva (la Traviata, Rigoletto, Aida) e dove l'ammirevole ed indimenticato Maestro Cordone coraggiosamente organizzava e dirigeva un'edizione della "Bohème" di Puccini reclutando i bambini per il coro di voci bianche nelle scuole. In quella edizione molti miei compagni di scuola ed io stesso abbiamo preso parte. Da qui è nato il mio amore per la musica e per l'opera lirica in particolare.

             Il giro dei cinema è terminato, ma non occorre aspettare lunedì prossimo per ricominciare...è già ricominciato.

 

Franco Fabiano, il 14 maggio 1999

 

 

 

 

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